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Alle Cure i negozi amici degli autistici

 di ANDREA BULLERI

Parte dal quartiere l’esperimento per rendere più accoglienti i locali a chi soffre di questo disturbo.

Da qualche giorno, nel quartiere fiorentino delle Cure, il banco del fioraio di via Firenzuola è stato invaso da tanti ricci blu fatti di carta.

Così come la vetrina della farmacia, quella del li-braio e di un’altra trentina di negozi, che hanno attaccato volantini con il piccolo animale accompagnato dalla scritta “basta sapermi prendere”.

Il motivo?

Significa che tutte quelle attività sono “autism friendly“, ovvero che il loro personale sa relazionarsi con clienti affetti da disturbo dello spettro autistico.

Il progetto si chiama “Autismo Welcome” ed è stato lanciato dall’associazione Autismo Firenze insieme all’assessorato al Welfare di Palazzo Vecchio: alle Cure è già partito in via spe-rimentale, ma l’intenzione è quella di estenderlo anche ad altre zone della città. L’idea è quella di rendere più accoglienti i negozi fiorentini per le per-sone autistiche e le loro famiglie, siano essi turisti o residenti.

Per farlo, gli esercenti riuniti nel centro commerciale naturale delle Cure hanno seguito un vero e proprio corso, fatto di tre lezioni da due ore ciascuna.

«Nella prima parte abbiamo cercato di spiegare ai negozianti le caratteristiche generali di questa condizione – spiega Maria Carla Morganti, presidente dell’associazione Autismo Firenze.

Poi siamo passati alle buone prassi da tenere e ad alcuni comporta-menti tipici da riconoscere: compor-tamenti che a noi possono sembrare bizzarri, ma che magari per chi è auti-stico servono a ridurre l’ansia».

Più che regole, nel corso sono stati dati suggerimenti da adattare di volta in volta. «L’autismo si presenta in modi molto diversi, non si può applicare sempre lo stesso schema», spiega Morganti: «Alcuni ragazzi hanno un’ipersensibilità acustica, e quindi è meglio abbassare il volume della musica nel locale.

Altri soffrono nei posti troppo affollati, e magari il commerciante può tranquillizzarli portandoli in una stanza con meno gente».

Un altro consiglio è quello di evitare le domande troppo aperte: «Meglio mostrare due prodotti diversi e chiedere di sceglierne uno – dice la presidente dell’associazione – Ricordandosi sempre di lasciare il tempo per far assorbire la domanda e dare una risposta». Più in generale, l’obiettivo è quello di dare un minimo di strumenti perché il titolare del negozio possa interagire con chi è affetto da autismo senza troppo timore.

«Durante il corso, il proprietario della videoteca ci ha chiesto come comportarsi con un cliente autistico che aveva l’abitudine di spostare tanti dvd tutti insieme dallo scaffale», racconta Paola Giannetti, responsabile del progetto. «Insieme abbiamo elaborato una soluzione: un talloncino da applicare sul dvd prima di poterlo prendere, che può essere tolto solo quando lo si rimette a posto – spiega Giannetti – Il messaggio arriva meglio se è semplice e soprattutto se è accompagnato dalle immagini».

Repubblica Firenze domenica 7 aprile 2019

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