DSM IV

La Classificazione Americana del DSM IV

Il DSM, come è noto, è una classificazione diagnostica e statistica curata dall’American Psychiatric Association, giunta alla sua quarta edizione, che riguarda soprattutto i disturbi mentali dell’adulto e ha una parte dedicata a quelli che insorgono nell’infanzia e nell’adolescenza.
Le psicosi dell’infanzia sono definite sotto la categoria Disturbi generalizzati dello sviluppo che comprende:

  • Disturbo autistico
  • Disturbo di Asperger
  • Disturbo disintegrativo della fanciullezza
  • Disturbo di Rett
  • Disturbo generalizzato dello sviluppo non altrimenti specificato

Disturbo autistico
Il Disturbo autistico corrisponde a quello che in altre classificazioni viene chiamato autismo infantile precoce e autismo di Kanner. I criteri diagnostici per il Disturbo autistico, secondo il DSM IV sono (p. 88-89):
I. Un totale di 6 (o più) voci da 1), 2), e 3), con almeno 2 da 1), e uno ciascuno da 2) e da 3):

1. Compromissione qualitativa dell’interazione sociale, manifestata con almeno 2 dei seguenti:
a. marcata compromissione nell’uso di svariati comportamenti non verbali, come lo sguardo diretto, l’espressione mimica, le posture corporee e i gesti che regolano l’interazione sociale
b. incapacità di sviluppare relazioni con i coetanei adeguate al livello di sviluppo
c. uso di linguaggio stereotipato e ripetitivo o linguaggio eccentrico
d. mancanza di ricerca spontanea nella condivisione di gioie, interessi o obiettivi con altre persone (per. es. non mostrare, portare, né richiamare l’attenzione su oggetti di proprio interesse).

2. Compromissione qualitativa della comunicazione come manifestato da almeno 1 dei seguenti:
a. Ritardo o totale mancanza dello sviluppo del linguaggio parlato (non accompagnato da un tentativo di compenso attraverso modalità alternative di comunicazione come gesti o mimica)
b. In soggetti con linguaggio adeguato, marcata compromissione della capacità di iniziare o sostenere una conversazione con altri
c. Mancanza di giochi di simulazione vari espontanei, o di giochi di imitazione sociale adeguati al livello di sviluppo

3. modalità di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati, come manifestato da almeno 1 dei seguenti:
a. Dedizione assorbente ad uno o più tipi di interessi ristretti e stereotipati anomali o per intensità o per focalizzazione
b. Sottomissione del tutto rigida ad inutili abitudini o rituali specifici
c. Anierismi motori stereotipati e ripetitivi (battere o torcere le mani o il capo, o complessi movimenti di tutto il corpo)
d. Persistente ed eccessivo interesse per parti di oggetti

II. Ritardi o funzionamento anomalo in almeno una delle seguenti aree, con esordio prima dei 3 anni di età:
1. interazione sociale
2. linguaggio usato nella comunicazione
3. gioco simbolico o di immaginazione.
III. L’anomalia non è meglio attribuibile al Disturbo di Rett o al Disturbo Disintegrativo della fanciullezza.

Disturbo di Asperger
Un’altra condizione autistica, descritta nel 1944 dall’austriaco Hans Asperger, con il nome di psicopatia autistica, viene classificata dal DSM IV con il nome di Disturbo di Asperger. Nei bambini con questa patologia il comportamento autistico viene osservato verso i 3-4 anni, dopo un periodo in cui lo sviluppo psicomotorio, quello del linguaggio e il livello intellettivo sono sostanzialmente adeguati. In questo disturbo ciò che risulta man mano più compromessa è la capacità di relazione sociale e la varietà degli interessi sociali.
I bambini con Disturbo di Asperger difettano nello sviluppo di quella che è stata chiamata teoria della mente, così come i bambini con Disturbo autistico. Ciò nonostante i primi risultino in genere di intelligenza normale.
Il Disturbo disintegrativo della fanciullezza
Il Disturbo disintegrativo della fanciullezza è una categoria diagnostica viene denominata, all’interno di altre classificazioni, come Sindrome di Heller o psicosi disintegrativa. Circa la prevalenza non ci sono dati epidemiologici chiari, anche se si ritiene che questo disturbo sia molto raro e più presente nei maschi. A differenza del Disturbo autistico, questo disturbo esordisce dopo un periodo di sviluppo apparentemente normale nei primi due anni a cui segue (DSM IV, p 92):
I. Perdita clinicamente significativa di capacità di prestazione già acquisite in precedenza (prima dei 10 anni) in almeno due delle seguenti aree:
1. Espressione o ricezione del linguaggio
2. Capacità sociali o comportamento adattivo
3. Controllo della defecazione e della minzione
4. Gioco
5. Abilità motorie
II. Anomalie del funzionamento in almeno due delle seguenti aree:
1. Compromissione qualitativa dell’ interazione sociale (per es., compromissione dei comportamenti non verbali, incapacità di sviluppare relazioni con i coetanei, mancanza di reciprocità sociale o emotiva)
2. Compromissioni qualitative della comunicazione (per es., ritardo o mancanza del linguaggio parlato, incapacità di iniziare o sostenere una conversazione, uso stereotipato e ripetitivo del linguaggio, mancanza di giochi vari di imitazione)
3. Modalità di comportamento, interessi ed attività ristretti, ripetitivi e stereotipati, incluse stereotipie motorie e manierismi

Il Disturbo di Rett
Il Disturbo di Rett è una malattia neurologica che colpisce soltanto le bambine che esordisce in genere verso la fine del primo anno, dopo un periodo in cui lo sviluppo della bambina è apparentemente normale. Questo disturbo, descritto per la prima volta dall’austriaco Andreas Rett nel 1966, comporta un ritardo dello sviluppo e assume, nelle prime fasi della malattia, le caratteristiche tipiche del comportamento autistico; gli aspetti autistici, tuttavia, in genere scompaiono con la crescita. La caratteristica fondamentale di questo disturbo è l’aprassia, particolarmente accentuata nelle mani, che la bambina muove continuamente in modo stereotipato, come se le stesse lavando; questo comportamento è permanente durante la veglia e scompare durante il sonno. In genere il linguaggio è assente, la deambulazione difficoltosa, e spesso è presente l’epilessia. Non esistono dati sulla prevalenza, anche se si evidenzia una frequenza molto più bassa rispetto al Disturbo autistico. La presenza del disturbo nelle sole bambine, insieme al tipo di esordio ed evoluzione e ai tipici movimenti stereotipati consentono la diagnosi differenziale nei confronti di altri Disturbi generalizzati dello sviluppo.
Disturbo Generalizzato dello Sviluppo Non Altrimenti Specificato
L’ultima categoria utilizzata dal DSM IV è quella del Disturbo Generalizzato dello Sviluppo Non Altrimenti Specificato. Questa è una categoria residua con cui andrebbero diagnosticati tutti quei bambini che pur presentando una grave e generalizzata compromissione dello sviluppo sociale e relazionale, comportamenti stereotipati e compromissione della comunicazione verbale e non verbale, non rientrano in nessuna delle categorie specifiche descritte sopra. In questa categoria viene compreso anche l’Autismo Atipico dell’ICD 10.
Per gli altri disturbi psicotici dell’infanzia e dell’adolescenza, come quelli dell’umore o la schizofrenia (che compaiono come vedremo nella classificazione francese), non ci sono categorie specifiche separate da quelle valide per l’ adulto.

 

Autismo nel DSM 5

 

Photo by JavierPsilocybin

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