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Autismo e lavoro: una piramide da rovesciare

«Dev’essere abbattuta la mentalità – scrive Gianfranco Vitale – che fonda le sue radici nella credenza che se i “diversi” non possono vivere in un mondo “normale”, non rimane che assisterli caritatevolmente in famiglia o relegarli in strutture diurne o residenziali di tipo assistenziale. Deve conseguentemente essere incentivata la creazione di modelli diversi da quelli proposti finora, per offrire opportunità che soddisfino i bisogni di ciascuno nel rispetto della diversità. Solo a queste condizioni le persone autistiche potranno trovare sbocchi lavorativi conformi al loro essere»

Il diritto al lavoro per tutti è sempre stato considerato un punto di riferimento irrinunciabile per chi ha combattuto contro ogni forma di discriminazione. Di quel “per tutti” sono stati parte fondamentale coloro i quali, per ragioni fisiche o psichiche, avevano meno chance da far valere sul mercato del lavoro.

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